Abstract: Meeting AI MARGINI DEL CAOS: FENOMENI DI AUTORGANIZZAZIONE IN SCIENZA, ARTE E UMANESIMO. Firenze 20, 21 Novembre 2008 - Palazzo Strozzi, Sede Vieusseux , Sala Ferri
Lo spazio costruito nel secolo scorso rispecchiava una logica dicotomica di separazione dal mondo e in questo ha seguito il pensiero dominante di cartesiana memoria.
Il costruito si proponeva così come un sistema chiuso non comunicante con l’ambiente esterno e con i suoi flussi.
Oggi l’architettura deve fare i conti con entità ibride, che comprendano spazio, luogo, tempo e interazioni.
Tener conto dei flussi informativi della realtà costituisce il momento di transizione fra la progettazione di cose e la progettazione di sistemi, e fra un modello basato su entità discrete e un modello continuo.
Ogni sistema complesso è formato da entità discrete che interagiscono e, sviluppano una forma di autorganizzazione che consente al sistema di acquisire proprietà collettive che non sono proprie dei singoli agenti.
In quest’ottica l’architettura è intesa come campo d’interrelazione tra esseri umani, flussi di persone e di cose, sistemi materiali e ambiente. Un rapporto che si estende aldilà degli scenari tradizionali fino a suggerire una vera e propria ecologia profonda
Il mezzo di creazione della forma passa dal disegno al processo, in cui non è più il prodotto finito ad essere determinato, ma una serie parametri iniziali che si evolvono interagendo con la realtà
Le nanotecnologie aprono nuovi scenari a tal riguardo. John M. Johansen nei suoi progetti punta ad un’architettura che si autocostruisce, sulla base dei principi che regolano in natura la crescita degli organismi; e sebbene il suo lavoro sia per il momento puramente teorico, egli ha già individuato alcuni principi che dovranno regolarne gli sviluppi successivi.
Il processo del pensiero si fonde con la creazione nella natura e nel flusso continuo della realtà. Per favorire lo sviluppo di una percezione nuova simultanea e non locale. Il linguaggio simbolico diviene dinamico e onnicomprensivo.
L’architettura sarà strutturalmente organica ed ecologica nel suo sistema organizzativo, nel suo modo di disporre la struttura e nel modo di scaricare forze statiche e dinamiche. Ma non simbolo della natura in quanto anche essa natura è simbolo di una realtà soggiacente.