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Scienza & metodo Biostoria

Scienza & metodo Biostoria
Prof. Antonia Colamonico, epistemologa.

Centro Studi - Acquaviva F. (BA)

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aula cenacolo

lunedì 16 giugno 2008

La Palestra della Mente: il luogo in cui far crescere i pensieri



Immaginate di voler preparare della confettura di frutta.

È necessario eseguire una serie di passaggi che dall’acquisto delle materie prime passano attraverso la selezione della frutta, la sua cottura con lo zucchero per giungere fino alla chiusura dei barattoli: Sono operazioni semplici che nascono dal desiderio di realizzare qualcosa che ci piace, dal ricordo di sapori legati all’infanzia o dalla voglia di provare una nuova ricetta, dalla soddisfazione di essere stati in grado di realizzare una leccornia capace di appagare i nostri sensi. Tutto è nato da un pensiero e quel pensiero è diventato azione e l’azione ha portato ad un prodotto finito.

  • Cosa accadrebbe se tutt’un tratto fossimo incapaci di pensare?
  • Quali sarebbero le ricadute storiche di tale incapacità?

L’esigenza di ragionare a tempo 0 è stata scambiata da alcuni con il non pensare affatto. Gli episodi di cronaca propongono storie di giovani che sembrano conoscere solo le vie dell’azione trascurando la riflessione ed escludendo la coscienza in una vita che è ben lontana da imitare l’arte o la cattiva televisione, parafrasando Woody Allen, ma che sembra piuttosto ricalcare le gesta, non sempre impeccabili, di alcuni protagonisti dei videogames in commercio.

Col tempo la nostra civiltà ha conquistato, attraverso la curiosità e la conoscenza, un ruolo sempre più attivo nei confronti del mondo che ci circonda e anche al di là dei confini di quest’ultimo, basti pensare ai satelliti che ci forniscono informazioni sugli altri pianeti.

Il nostro campo di osservazione si è notevolmente espanso, vantiamo mezzi per conoscere gran parte del mondo che ci circonda, gli stessi strumenti per osservare il nostro corpo si sono evoluti esponenzialmente negli ultimi vent’anni, nonostante ciò ogni progresso ci ricorda che ancora molte sono le nostre lacune.

Dare importanza ai fatti è una delle caratteristiche della nostra società ma gli eventi non possono essere ridotti ad un insieme di dati osservabili e quantificabili; spesso tendiamo a trascurare ciò che è sotto la punta dell’iceberg e che influenza ciò che appare in superficie più di quanto siamo disposti ad ammettere.

La complessità propria dell’essere umano mal si adatta all’idea falsamente rassicurante che ognuno di noi coincida con una serie di dati osservabili. Siamo il risultato della nostra storia personale la quale a sua volta è influenzata dalla Storia e dalla Cultura del nostro tempo.

La velocità è diventata un’esigenza alla quale non possiamo voltare le spalle in quanto essa rappresenta la chiave per stare al passo con tempi che mai hanno corso così tanto.

Quando parliamo genericamente di divario generazionale siamo imprecisi; ciò che è cambiato è il modo di comunicare; ne sono un esempio le abbreviazioni che attraverso la rete sono state divulgate tra i giovani: anch’esse sottolineano l’esigenza di essere concisi, essenziali, rapidi. Se da una parte si ha l’impressione che sia l’unico modo per stare al passo con la società, dall’altra sembra che tutto questo ridurre all’osso possa far perdere di vista qualcos’altro.

Un errore purtroppo frequente è dato dal considerare i bambini più grandi della loro età solo perché dimostrano, sin da piccolissimi, una spiccata abilità nell’utilizzare strumenti tecnologici come possono essere il lettore DVD o il PC che molti adulti lottano ancora per addomesticare (ma alla fine chi avrà addomesticato chi?).

Ogni cosa sembra riducibile ad un botta e risposta, fatto di azioni che si succedono ad un ritmo tale da poter essere paragonabile a qualcuno che ingoia un’enorme quantità di cibo senza masticare e, quando non riesce più a contenere tutto questo cibo impossibile da digerire, perché non scomposto in parti più piccole ed assimilabili, esplode travolgendo tutto ciò che lo circonda come accade ad uno dei personaggi ne “Il senso della vita” dei Monty Pyton.

Nella malaugurata ipotesi che si verifichi l’assenza di pensiero, che potrebbe scaturire da un’indigestione di azioni, potremmo rischiare una sorta di svuotamento in seguito al quale la storia potrebbe ridursi ad una nicchia-sacca vuota che rischia di ingoiare le creste ed i vuoti d’evento prima che questi possano dare origine alle dinamiche della vita stessa.

Per impedire tutto ciò si rende necessaria l’acquisizione di una serie di abilità che ci consentano di raggiungere una visione ad occhio di mosca e, a tale scopo, ci viene in aiuto Biostoria con l’impiego di una modalità di lettura a campo profondo fatta di finestre-campo e di nodi-maglia-rete, per mezzo dei quali organizzare il pensiero complesso riuscendo, in tal modo, a diventare padroni del tempo e non suoi succubi.

Alla base del pensiero complesso e della diversità tra gli esseri umani è una differente capacità di sentire.

Questo sentire è anch’esso a 360º e implica la possibilità di elaborare ad un livello ulteriore l’insieme delle esperienze che si verificano nelle nostre vite, in modo da far procedere la conoscenza di pari passo con la crescita personale.

Esso è costituito da un bagaglio conscio ed inconscio in virtù del quale ciascuno di noi può affermare la propria unicità, che sottende, più o meno consapevolmente, ogni nostra decisione, scelta o azione.

La conoscenza che abbiamo di noi stessi è l’unico mezzo per arrivare a comprendere, ad esempio, il perché di una scelta rispetto ad un’altra e può renderci liberi di decidere senza che avvenimenti passati possano interferire con il presente, negandoci la possibilità di afferrare quell’attimo che, potenzialmente, potrebbe cambiare la nostra vita.

Bibliografia essenziale:

Bion W.R. (1962), Apprendere dall’esperienza, Trad It Armando Editore, Roma 1972
Colamonico A.. Biostoria. Verso la formulazione di una nuova scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo. Bari, 1998
Colamonico. A Ordini complessi – Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo. Bari, 2002

Freud S. (1919), Il perturbante, in OSF Vol.IX, Trad It Bollati Boringhieri, Torino 1977

Freud S. (1929), Il disagio della civiltà,
in OSF Vol.X, Trad It Bollati Boringhieri, Torino 1978
Freud S. (1938), Compendio di psicoanalisi, in OSF Vol.XI, Trad It Bollati Boringhieri, Torino 1979
Semi A.A. (a cura di) (1988), Trattato di psicoanalisi Volume I Teoria e Tecnica, Raffaello Cortina Editore, Milano


Il Filo S.r.l. - Palestre della Mente -

Via S.no Ventura, 47/d
70021 Acquaviva delle Fonti (BA)
Tel. 080 4035889

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Perugia, Agosto 2008