Filosofo, teologo e sacerdote spagnolo , di cultura indiana e catalana, autore di più di sessanta libri e di diverse centinaia di articoli su religioni comparate e dialogo interreligioso.
La morte del filosofo R. Panikkar lascia tutti orfani d’insegnamento[i].
In un'Epoca di nichilismo mediatico c’è una povertà di maestri, in parte dovuta sia al rumore del mondo che impone mode evanescenti; sia alla perdita del gusto della bellezza che rende i pochi maestri degli isolati.
Manca la capacità all’ascolto, si è troppo bombardati dai richiami delle seduzioni imposte dalle regole del mercato che inventano sempre dei nuovi bisogni, i quali se da un lato rendono più comoda la vita, dall’altro portano sempre più l’individuo ad estraniarsi da sé.
L’estraneità crea lo stato di spaesamento dal mondo, con relativa assenza di emozioni naturali, la mancanza del fremito-alito vitale crea, poi, la sordità alla bellezza, quale richiamo alla vita.
Si è in un’epoca di bruttezza che si esprime nella volgarità delle immagini, nella stupidità dei pensieri, nell’oscenità dei rapporti affettivi, nel monologo del branco. Si è come sordi agli echi vitali che danno spessore alla Coscienza, per cui la costruzione della spugna del pensiero[ii] si sta involvendo da uno spazio quadridimensionale ad uno bidimensionale, in un momento storico in cui, la velocità del sistema, richiede con un salto organizzativo, la quinta dimensione di lettura[iii].
La costruzione del pensiero essendo un’elaborazione bio-fisico-mentale di proiezioni di spazi, si pone in relazione alle dimensioni di lettura utilizzate, che danno la particolare forma alla struttura. Un pensiero bidimensionale ad esempio non avrà consapevolezza né della profondità e né del tempo; uno a cinque dimensioni oltre alla profondità e alla consapevolezza del passato-futuro come dilatazione della memoria, avrà la simultaneità di lettura, quale capacità di leggere contemporaneamente su più registri informativi[iv], come un entanglement quantistico[v], sarà quindi un pensiero anticipativo, aperto[vi] e tollerante. Velocissimo, allargato agli ordini degli altri occhi di lettura, in grado di gestire l’imprevisto, poiché sa leggere in sintropia[vii] le differenti forme di vita.
Biostoricamente parlando esiste una proporzione tra le capacità di riflessione della mente e la topologia di pensiero che viene sviluppata dallo stesso individuo: non tutte le topografie mentali[viii] si possono definire uguali; ci sono delle enormi differenze tra i vari modi delle menti e in relazione al modo si possono costruire le azioni con i giudizi storici.
Ogni mente-azione-giudizio dà un’impronta alla curvatura della spugna storica che assume una deformazione, più o meno funzionale alla vita col suo aprirsi: o al vuoto o al pieno di nicchia… o alla vita o alla morte. In ciò è il valore storico del pensiero che non può essere letto slegato dalla prassi dell’azione.
Nonostante il progresso scientifico abbia prolungato la durata dell’esistenza (poco più di 100 anni fa la vita media era di 35 anni), si coglie il vuoto del vivere che crea uno stato d’eterno affanno. L’ansia che attanaglia, funzionale alle logiche voraci del dio-mercato, rende gli uomini del 3° millennio vittime-sacrificali del progresso che si auto-esalta, grazie al senso di malessere collettivo.
Più l’individuo è perso nell’ansia del vivere e più la scienza diviene il toccasana dell’individuo stesso… per lui studia, per lui scopre, crea… mentre quel povero Lui, diviene l’impacciato, l’instabile che necessità della pasticca, della radiografia, del bisturi, del calmante… dell’oggetto particolare, della tecnologia esclusiva. Ma la corsa scientifica non è indolore. Essa richiede risorse intellettive, energetiche, monetarie, materiali… e di qui la corsa all’accaparramento con relativa divisione tra chi può e chi non può essere a tempo con il dio-progresso.
Nascono così gli eterni dualismi di umanità tra i ricchi e i poveri, tra chi ha dignità e chi non deve conoscerne neanche il termine. La corsa alla conoscenza si trasforma in possesso di informazioni, oggetti, possibilità di azioni, allungamento della vita… con relativa asimmetria tra le società, tra gli individui, tra le realtà storiche.
Su tale ingiustizia storica necessita vigilare, per invertire le tendenze necrofile che rallentano la vita: la corsa alla conoscenza, da sola, non basta a dare il senso all’uomo, in ciò è l’insegnamento di R. Panikkar!
Esiste la scienza e la meta-scienza, esiste la ricerca scientifica e il perché del ricercare scientifico, così come esiste l’azione e il senso dell’azione: guai allo scienziato che perde il senso della sua ricerca! Guai all’uomo che perde il senso del suo vivere!
Il Senso è la direzione da dare al percorso-strada che si sta costruendo, sia essa una ricerca o un indirizzo esistenziale. Dare senso è il compito vitale sia dello scienziato e sia dell’individuo; in ogni attimo di presente, necessita assolvere il compito che come sostiene Panikkar, è individuale, personale, unico nello spazio-tempo presente.
Rinunciando al compito automaticamente si priva la storia di un effetto vitale, di una trama di avvenire, creando un vuoto di spugna.
Nascere per un compito dà indirizzo futuro all’individuo, per cui la costruzione storica non ha un semplice fine immanentistico, legato al semplice attimo di presente, ma si perde nella grandezza dell’infinito dello spazio-tempo, di qui la dimensione trascendentale che, se letta come un andare oltre il piano del presente, assume lo spessore dell’Eco Storico: ogni momento di realtà si compie a tempo 0, il presente, ma ogni presente resta come quanto-eco informativo nella memoria cosmica che è eternamente presente a sé, se così non fosse non si spiegherebbero i ritorni storici, le sempre nuove primavere, le sempre nuove umanità, i sempre nuovi attimi di tempo...
In tale eterno ritorno della vita, si manifesta l’attraversamento di Dio nella storia privata e collettiva. Panikkar richiama ad un’idea di Dio più vicina, più tangibile che non si fa oltre l’uomo, neanche accanto all’uomo, ma dentro l’uomo. Un’idea di Dio che attraversando la piccolezza di ogni singola esistenza, rivela e cuce la figliolanza e la fratellanza cosmica come un essere dentro la Rete del Logos, un essere Nodo-parola nel pensiero Divino, un essere Porta-svincolo d’Amore.
Il Dio di Panikkar a guardar bene è un dio-mamma[ix], che si fa utero della storia e nel contempo placenta della vita che si agita, come feto-fremito vitale che chiede storicità in ogni attimo di presente. In questo Dio-mamma-amore si compie il senso storico che fa di ogni essere vitale, sia esso pianta, pietra, uomo, sorriso, idea… scienziato… un’espressione della Bellezza, che non è utilità ma Sintropia[x] del Caos, ordine della diversità.
[i] Panikker, R. Ecosofia: la nuova saggezza. Per una spiritualità della terra. Cittadella, Assisi (PG), 1993.
[ii] Colamonico, A. Biostoria. Verso la formulazione di una nuova Scienza. Campi, metodi, prospettive. Il Filo - Bari 1998
[iii] Colamonico, A. Edgar Morin and Biohistory: the story of a paternity. In World Futures: The Jounal of General Evolution, a cura di A Montuori. Vol. 61 - n° 6, pp. 441-469, part of the Taylor & Francis Group - Routledge, August 2005.
[iv] Colamonico, A Ordini complessi - Carte biostoriche di approccio ad una conoscenza dinamica a cinque dimensioni. Il Filo – Bari, 2002
[v] Licata, I. Osservando la sfinge. La realtà virtuale della fisica quantistica. Ed.di Renzo, Roma, 2003, 2° edizione.
[vi] Licata, I. La logica aperta della mente. Ed. Codice Edizioni: Torino 2008.
[vii] Colamonico, A. Alla palestra della Mente. Costellazioni di significati per una topologia del pensiero complesso. © il filo S. r.l. Bari, 2006. http://docs.google.com/viewer?a=v&pid=sites&srcid=ZGVmYXVsdGRvbWFpbnxhbnRvbmlhY29sYW1vbmljb3xneDo0ZTRjODZjNDY4M2Q1Mzlk&pli=1
[viii] Colamonico, A. Le carte biostoriche e la geografia del pensiero complesso. Atti del 50° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia. – n° pp 92-97.. Edizionidipagina, Bari 2008.
[ix] Colamonico, A. Op. Cit. 2005.
[x] Arcidiacono G. e S. Sintropia, entropia, informazione. Una nuova teoria unitaria della fisica, chimica, biologia. Di Renzo Editore. Roma, 2006.