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L'Atelier delle Idee.

Scienza & metodo Biostoria

Scienza & metodo Biostoria
Prof. Antonia Colamonico, epistemologa.

Centro Studi - Acquaviva F. (BA)

Centro Studi - Acquaviva F. (BA)
aula cenacolo

giovedì 28 febbraio 2008

Aspetti psico-sociali del mobbing

di Antonia Colamonico

Sintesi dell’intervento alla Tavola Rotonda: Mobbing, rilevanze sociali e forme di tutela nel pubblico, nel privato e nella scuola dell’autonomia. Bari, venerdì 6 giugno 2003 - Aula Magna della Corte d’Appello, Palazzo di Giustizia.

Il caso letterario più noto di mobbing è il racconto di Luigi Pirandello: Il treno ha fischiato. Belluca, il protagonista della novella, ne subisce una doppia forma, come spesso accade in tali soggetti, in ufficio ad opera dei suoi colleghi (forma orizzontale) e in casa da parte di una famiglia che sa solo sfruttarlo. Il personaggio diviene il capro espiatorio delle angherie, degli scherzi e delle dicerie dei colleghi, che, approfittando della sua mitezza, scaricano su di lui gran parte del lavoro ripetitivo, della loro noia di ufficio e dell’insoddisfazione professionale.

Il mobbing indica la presenza di uno stato di disagio nell’organizzazione e gestione di un ambiente di lavoro e non solo. Di fatto è sempre esistito, lo troviamo nella scuola, nella classe, negli uffici, nelle caserme, nelle corsie di un ospedale, in casa… Solo che ora si pone con maggiore urgenza all’attenzione del mondo del lavoro e della tutela del lavoratore, poiché il cambiamento attuatosi con la rivoluzione informatica ci ha reso dei soggetti emotivamente più fragili.

La rivoluzione della società delle informazioni, infatti, velocizzando i sistemi produttivi, ha accorciato il tempo tra l’ideazione e la realizzazione di un’azione; il velocizzare e il relativo computerizzare i processi, a loro volta, hanno fatto scaturire un maggiore bisogno di qualità nel lavoro: qualità che invece di alleggerire l’impegno, lo ha notevolmente aumentato. Il docente, ad esempio, di quindici anni fa, aveva un carico di lavoro di gran lunga inferiore, rispetto a quello di un insegnante odierno; lo stesso vale per gli altri ambienti di lavoro.

Prima il tempo del dopo lavoro era di gran lunga più ampio e ciò dava la possibilità di assorbire, digerire e di dimenticare gli inconvenienti e le incomprensioni.

Oggi tale tempo di sedimentazione non c’è più, in quanto il lavoro sembra non finire mai, e di qui, gli stati di disagio e di conflittualità sembrano ormai non abbandonarci più.

La fragilità emotiva ci rende tutti ansiosi e più attenti alla qualità delle comunicazioni interpersonali, per cui non siamo più disposti a subire forme di pressioni psicologiche che vadano ad incidere nel tempo sulla sfera dell’autostima personale e del benessere familiare.

Condivido quanto ha sostenuto precedentemente il prof. Ernesto Cianciala che ha definito il mobbing, il furto della proprietà intellettuale di un individuo che va a ledere il diritto ad architettare la propria mente. Le pressioni psicologiche impediscono ai soggetti d’organizzare e d’esprimere la propria libertà intellettuale, però vorrei porre la mia attenzione su quelli che sono i nostri comportamenti. Se studiamo il fenomeno, così come lo analizza Leymann, già citato dal Dott. Pietro Curzio, ci rendiamo conto che tutti prima o poi siamo stati soggetti a mobbing, ma anche noi, prima o poi, mettiamo in moto con una frase, con uno sguardo, con una maldicenza, con una mancanza di attenzione i processi di mobbing.

Si comprende come questo tema sia molto delicato, infatti condivido la difficoltà di stesura di una normativa giuridica; il fenomeno richiede molta attenzione: tutto potrebbe essere mobbizzato/mobbizzante.

Per questo è importante lo studio sulla prevenzione in un ambiente di lavoro, per impedire o ridurre l’insorgenza di tali comportamenti. La comparsa di pressioni psicologiche indica la presenza di una conflittualità non gestita all’interno ambiente di lavoro e quindi uno stato di crisi latente che rende instabile il sistema organizzativo; perciò è molto importante creare un clima di fiducia e di rispetto. è bene precisare che volontariamente e involontariamente, il dirigente e gli stessi soggetti vanno preparati e informati (= formati-insieme) sul piano delle dinamiche di gruppo e delle tecniche comunicative.

Necessita una Cultura di Civiltà, come la chiamerebbe Edgar Morin; una mentalità comune che faccia del rispetto dell’altro e di sé, il suo modo di essere Società Civile. Necessita elaborare una visione di qualità relazionale, basata sulla lettura in chiave positiva delle situazioni, come una educazione al successo e al benessere (la storia del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno).

Prevenire il mobbing, significa anche prepararsi mentalmente a difendersi da mobbing, riconoscendolo sin dal suo primo insorgere. L’apertura di un contenzioso giuridico è già un senso di fallimento per la coscienza del soggetto che la mette in atto. Ma per riconoscerlo e bloccarlo, al nascere, necessita imparare le tecniche di organizzazione comunicativa, attraverso una palestra della mente.

La nostra società è molto attenta al corpo, dedica molte economie alla bellezza fisica del muscolo e del viso, ma non dà valore alla architettura del pensiero. Come potenziare la capacità organizzativa della nostra mente e quindi la nostra stessa libertà?

Semplice, fare dei percorsi di formazione per imparare la costruzione di un modo di rispondere; per scoprire il valore del luogo e del tempo del silenzio, che può essere silenzio pieno/vuoto; per saper leggere i significati delle intenzioni/funzioni comunicative e il senso delle tipologie di leadership autoritaria/democratica, delle posture del corpo e del viso…

In sintesi imparare a ribaltare una situazione e a saper leggere i bisogni dell’altro, a saper risolvere un conflitto. Lavorio, possibile in un learning, che con esercizi di apprendimento individuali e di gruppo assicuri la salvaguardia della libertà architettonica del pensiero.

A conclusione, è importante sottolineare che uno dei fattori d’incomprensione è la linearità o struttura sequenziale del pensiero tradizionale, a cui educa la stessa scuola. L’univocità come uni-direzionalità dello sguardo-mente non permette di leggere/leggersi con gli occhi degli altri.

È tempo di iniziare a muoversi col pensiero complesso, ipotizzato da Morin, con le organizzazioni informative a più sistemi di ordini, disegnate nelle carte biostoriche, con l’io-multiplo quale unità a più sfaccettature. Salo attuando un salto cognitivo da un uni-verso ad un pluri-verso di realtà, si può rafforzare e corroborare la Coscienza soggetiva, che rimane sempre la migliore garanzia di difesa della Sintropia del Caos o meglio dell’Ordine delle Diversità.

Organizzazione della Conoscenza per una stesura di Ipertesto

Relazione: Convegno, Ambiente Murgia – dalla lettura al recupero di un ipogeo - Santa Candida. Sala Conferenze, Comune di Cassano M. 24 Maggio 2004. Organizzato dal Liceo Scientifico L. da Vinci – Cassano, dal Comune di Cassano, dall’Azienda Cooperativa Sinergie Altamura, dal Il Filo S.r.l. Learning Organizer –Palestre della Mente - Acquaviva F.

Ogni secolo ha avuto le sue sfide, la conquista e l’esplorazione della terra, la corsa verso il cielo o le profondità del mare infine le estreme periferie dello spazio. Ognuna ha segnato una pagina della storia dell’umanità e ha rappresentato un momento di verifica e di adattamento delle conoscenze ai paradigmi che l’umanità, vista nella sua interezza, possedeva in quel dato momento storico.
È bene distinguere due tipi di scienze; quelle basate sul principio di verificazione e quelle sul principio di non falsificazione. Per natura, le teorie delle seconde, sono vere fintantoché non si provi, mediante esperimenti, una discordanza tra modelli e realizzazioni. È proprio questo il senso delle grandi sfide dell’umanità: testare se sulla frontiera del conosciuto è possibile usare gli stessi strumenti che si adoperano in campi meno complessi o, per meglio dire in chiave biostorica, più compresi.
La sfida del nostro secolo è il replicare l’intelligenza, costruire oggetti pensanti, in grado di decidere, scegliere, riflettere su problemi di vario genere, emozionarsi.
Strumenti come le reti neurali che sono nate per esemplificare il cervello umano, ora vengono usate per elaborare teorie sulle funzionalità del cervello stesso, come la capacità associativa, la memoria, l’astrazione e l’emozione. Come le precedenti sfide, anche questa ultima, ha delle profonde ripercussioni sulla Società, creando fenomeni di costume, tendenze di massa e imponendosi a tutto campo nella logica della quotidianità.
Se l’intelligenza è dunque l’oggetto privilegiato di questa Epoca, ha senso definire la nostra come la Società dell’intelligenza? È lecito chiedersi: che cos’è l’intelligenza?
L’intelligenza è quella capacità di farsi delle domande e trarre le linee per il conseguimento di un obbiettivo futuro: Curiosità per divenire.
Se l’intelligenza è referenziale al successo/insuccesso di un individuo-società, è su di essa che bisogna lavorare. La più grande conquista in questo settore è stata quella di vedere l’apprendimento come un preso e non come un dato, ad esempio, da un educatore. L’azione dell’apprendere parte dall’io che è l’esploratore curioso del mondo che lo circonda e non dall’esterno che farcisce di dottrina un io passivo.
I grandi educatori sono quelli che stimolano la curiosità negli allievi e mettono nelle loro mani gli strumenti per poter esplorare da soli il sapere, senza rischio di perdersi o confondersi. Se l’apprendimento è dunque una caratteristica dell’io, la curiosità nasce dalla mediazione tra l’io e il campo. Più o meno curiosità è sinonimo di più o meno perturbazione del campo sull’io.
L’errore dell’impostazione classica è stato quello di aver vesto l’io come un recipiente che doveva essere riempito piuttosto che un semino che ha in sé tutto il necessario per diventare un albero, egli ha tutto l’impianto informativo di evoluzione, tranne un terreno favorevole che lo circondi.
Rinunciando, dunque all’idea di farcire e indottrinare le menti, quello che resta è sviluppare la curiosità. È in questo contesto che prende vita l’ipertesto, può essere visto come un recinto all’interno del quale ci si può muovere nel sapere, proprio come un libro tradizionale, ma, a differenza di questo, l’esplorazione, ovvero l’azione dell’esplorare, è propria del soggetto lettore che con un clic è padrone di costruire tracciati di conoscenza e non deve subire passivamente l’ordine propedeutico, nascosto tra le righe di un libro, ove, prima di passare alla pagina seguente, bisogna aver letto e compreso tutti i concetti della pagina corrente e delle antecedenti, secondo lo schema di linearità impartito dallo scrittore.
Il risultato della rottura delle linee ha prodotto un sapere di tipo custom dove l’individuo personalizza l’appreso secondo stimoli empatici e seguendo le sue naturali inclinazioni, in altre parole mette a frutto le sue potenzialità. Il nuovo paradigma biostorico passa attraverso la tacita assunzione che l’io è autoreferenziale, ovvero capace di ordinare, da solo, il senso del proprio essere che diviene. Senso che è suo,che lo circoscrive e lo identifica.
Riprendendo la metafora dell’io come un seme, l’ipertesto è un esempio di terreno di coltura, favorevole alla sua crescita, perché non pone vincoli alla capacità astrattiva del lettore che può creare collegamenti tra concetti diversi, senza subire quelli fatti dallo scrittore. Il tutto contribuisce alla formazione di un sapere sistemico a 360°, più elastico e autopropulsivo.
Svelato il perché dell’utilità di un ipertesto per far sbocciare conoscenza, è utile sottolineare che con l’ausilio dei canali mediatici che un computer mette a disposizione, lo si può riguardare, anche come un integratore di curiosità, perché non dobbiamo dimenticarci che al giorno d’oggi, gli stimoli sensoriali che riceviamo, anche solo nelle piccole azioni quotidiane, sono innumerevolmente superiori al passato e quindi la soglia della curiosità si è alzata… in un certo senso siamo dei curiosi, più sofisticati. Posta l’utilità di una organizzazione ipertestuale è bene chiedersi come attuarla, ovvero, come porgere il sapere in modo da liberare l’io dalla linearità della lettura.
Se per secoli l’umanità ha aggregato informazioni, ora bisogna procedere in senso opposto disintegrarle cioè: atomizzarle.
Bisogna identificare l’essenziale per cogliere la struttura che sottende il sapere stesso. Questo richiede grande competenza nello specifico e una profonda interazione gruppale tra gli scrittori; infatti non esiste lo scrittore di ipertesti, ma l’equipe che contribuisce alla sua realizzazione, perché ognuno è specializzato in un ambito e può sviscerare i concetti che entrano in gioco nella sua fetta di sapere. Dalla interazione di tutti, emerge il reticolo informativo, visto come delle bolle di informazioni.

martedì 26 febbraio 2008

Il Learning a Scuola


Il Learning come Centro del Benessere psichico, cognitivo, relazionale è in primo luogo uno spazio di democrazia. Implica la condivisione del significato che il soggetto è l’architetto del proprio sapere, per cui la funzione docente va spesa come un accompagnare l’allievo nell’esplorazione della vita. In tale sfumatura di significato si spiega il passaggio da un’organizzazione autoritaria ad una autorevole nella gestione della classe. L’azione dell’accompagnare richiede una notevole capacità di lettura della realtà che va di volta, in volta monitorata, in relazione ai reali bisogni relazionale e cognitivi.
  • Il percosso formativo è rivolto a Scuole o Centri di formazione. Si presenta come un’opportunità per sperimentare le metodologie biostoriche che pongono al centro dell’azione didattica: La relazione alunno/docente/alunni - L’autorefernzialità negli apprendimenti - L’organizzazione a costellazioni semantiche delle discipline.
Il pacchetto prevede 5° incontri, per un totale di 20 ore, sui temi:
  • 1. La classe come ambiente di apprendimento: le definizioni di apprendimento, l’osservatore e la dinamica biostorica, le carte di letture della dinamica di classe.
  • 2. La nuova funzione docente quale esperto di letture biostoriche: la geografia del pensiero complesso, l’occhio di lettura eco-biostorico, i giochi di lettura della realtà a più occhi e a più operatori.
  • 3. Le tecniche di gestione di un learning: la produzione di apprendimenti, le abilità cognitivo/operazionali, l’esplorazione degli stati emotivi e cognitivi.
  • 4. Il trattamento delle informazioni e l’organizzazione reticolare dei saperi: le discipline in una didattica di significati, il processo d’apprendimento come appropriazione di realtà, dalle carte di lettura all’architettura della mente.
  • 5. Gli ordini e i disordini informativi: l’incertezza come risorsa cognitiva, la capacità decisionale e la gemmazione delle idee, gli organizzatori di conoscenza, le reti cognitive e gli universi disciplinari

Per informazioni: Il Filo S.r.l. Learning Organizer, Via S. Ventura, 47/d – 70021 Acquaviva della F. (BA) – Tel./fax 080 761461 – e-mail: colamonico@biostoria.it

sabato 23 febbraio 2008

Il Cenacolo della Geografia della Conoscenza


Percorsi di Palestre della Mente rivolti a quanti abbiano maturato l’idea della Cultura, come fattore di Qualità della vita.

1. Le carte biostoriche e la geografia del Pensiero Complesso per disegnare le coordinate di lettura della Complessità, attraverso lo studio del paradigma biostorico.

2. Laboratorio di biostoria per acquisire un occhio di lettura caleidoscopico sulla dinamica degli eventi, attraverso lo studio di passi scelti, tratti da:

  • La Divina Commedia - Dante Alighieri
  • I Libri della Bibbia
  • La Storia Economica di Cambridge.
3. IL Management e l'organizzazione de-gerarchizzata per esplorare gli ambiti e le forme comunicative di una leadership autorevole ed ipotizzare i percorsi eco-biostorici della Democrazia.

Si prevedono per ciascun tema tre moduli, con un incontro a settimana (settembre-dicembre 2007; gennaio-marzo 2008; aprile-giugno 2008), con esperti biostorici e studiosi della Teoria della Complessità.

Acquaviva delle Fonti, 01 settembre, 2007

Prof.ssa Antonia Colamonico

Per informazioni: e-mail:colamonico@biostoria.it

mercoledì 20 febbraio 2008

Biostoria ®, scienza & metodo per un pensiero al plurale

Per comprendere Biostoria, bisogna per un attimo soffermarsi a riflettere sul rapporto uomo-tempo, nella società delle informazioni. Nei sistemi antichi l’azione dell’uomo aveva un tempo d’elaborazione, molto più ampio rispetto ad oggi, essa si esprimeva in stagioni, in mesi che segnavano il tempo della semina, dell’aratura, della raccolta. Il ritmo della vita era lento.

Una prima grande accelerazione si ebbe con il sistema industriale, in cui si passo da un’organizzazione a mesi ad una a ore. Oggi il tempo di risposta di un computer si esprime in nanosecondi, per cui vi è una perdita o caduta quasi totale del tempo dell’attesa: l’ideazione e l’azione finiscono con l’occupare lo stesso attimo di tempo.

Si parla molto di tempo reale o tempo 0, ma misurarsi con tale velocità, richiede delle capacità di lettura, di osservazione, d’ideazione e di decisione molto più ampie e nello stesso tempo più selettive.

Saper scegliere la risposta nel momento stesso in cui si pone la domanda, richiede un bagaglio di conoscenze molto più ampio e nel contempo una capacità decisionale molto più matura e veloce. Non tutte le ipotesi di risposte sono idonee all’azione.

Biostoria nasce da tale constatazione e vuole porsi come scienza & metodo che educhi alla gestione del tempo zero. E’ una scienza dello sguardo, intesa come una scienza plastica che si modella intorno alle nicchie spazio-temporali, registrando le perturbazioni che l’evento ha prodotto in esse; in tal senso è una scienza che si affina di volta in volta, secondo le diverse osservazioni che vengono effettuate:

  • le scienze dell’Era delle Informazioni, data la velocità e l’instabilità del sistemi, saranno semplicemente delle tracce di lettura, delle ipotesi di percorsi, dei metodi di indagine, in continua evoluzione, piuttosto che delle leggi codificate in sistemi definiti assoluti.

Che cosa è una palestra della mente?


L’idea di una Palestra per la Mente, come Centro d’Apprendimento, è nata nei paesi a tecnologia avanzata, quali Giappone e Usa, poiché in questi si è avvertita, prima che in Italia, l’esigenza di luoghi Learning, per il perfezionamento dell’organizzazione del pensiero. Non è un caso che oggi si parli sempre più di Società della Conoscenza, in riferimento ad un’economia a struttura globale, che rende fortemente instabili le dinamiche storiche. Le oscillazioni richiedono degli interventi veloci di riequilibrio; ma la rapidità a costruire risposte idonee è in funzione delle abilità di lettura che non potranno essere pregiudizievoli e quindi vincolate a paradigmi mentali astratti e vecchi.
Si è di fronte ad un salto epocale che sta facendo dell’intelligenza il patrimonio più importante per una società. Ma a guardar bene, cosa è l’intelligenza se non la capacità dell’uomo a costruire azioni storiche.
La Mente è uno spazio naturale bio-fisico, che si presta ad essere organizzato, come un terreno che, con tecniche di preparazione, si trasforma in un habitat idoneo alla produzione, ad esempio di grano. La produzione, a sua volta, di un copioso o magro raccolto, è vincolata alle relazioni vitali che si edificano tra il seme-habitat-fattori climatici… Se un terreno è funzionale alla produzione, anche la mente lo è alla costruzione di risposte storiche. Una testa ben organizzata produrrà una chiarezza mentale che farà agire gli individui e le società in modo appropriato e veloce, accorciando distanze.
La costruzione di conoscenze richiede grandi capacità progettuali, decisionali, creative e operative che non sono date all’atto della nascita, che non possono essere acquisite, una volta per sempre, nei banchi di scuola, ma che necessitano di un continuo affinamento, potenziamento, ripensamento e miglioramento. Tale lavorio di riordino implica un saper lavorare intorno alle azioni, per valutarne, prima di compierle, le portate storiche a breve, a medio, a lungo temine: dalle valutazioni nascono le nuove idee, come la capacità a disegnare gli scenari di futuro.
Immaginare il nuovo equivale ad essere allenati alla vita, poiché vivere è un apprendere a confrontarsi con la realtà di tutti i giorni.
La Palestra della Mente, come Learning Organizer, è il luogo dove tutti possono imparare a conoscere la propria mente, a misurarsi con la propria intelligenza e con i propri limiti, ad apprendere le tecniche per migliorarsi, a confrontarsi con gli altri e ad approfondire le letture intorno alla dinamica biostorica, per dare valore alle idee e alle azioni.


Il Filo S.r.l. - Palestre della Mente -

Via S.no Ventura, 47/d
70021 Acquaviva delle Fonti (BA)
Tel. 080 4035889

Amministratore Unico
Dr. Marcello Mastroleo


Boston - MIT / interno area studenti

Perugia. Esame di PH.D.

Collaborazioni

Collaborazioni
la bellezza dell'Umanità

Perugia, Agosto 2008