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L'Atelier delle Idee.

Scienza & metodo Biostoria

Scienza & metodo Biostoria
Prof. Antonia Colamonico, epistemologa.

Centro Studi - Acquaviva F. (BA)

Centro Studi - Acquaviva F. (BA)
aula cenacolo

martedì 22 settembre 2009

Amuri ‘nturciuniatu




10/08/2009

Cetti Ramondino





Amuri, amuri, amuri,

amuri ‘nturciuniatu

ca u cori mi pigghiasti,

mu pigghiasti e mi lassasti.

Sutta stu cielu ricamatu ri stiddri e luna

t’aspettu e ti ‘nsonnu,

e ti pigghiu

cu tutta a fantasia

ca u me cori po’ criari

t’acchiappu e ti strinciu…

ma com’è granni u cielu…

e com’è granni u mari…

tanta è a distanza ca curri tra tia e mia

e ‘na lacrima mi sgorga

mi vagna a faccia

disiusa ri to vasi.

Taliu u cielu e vulissi essiri una stiddra

curcarimi supra a luna e ‘nsunnariti,

a fantasia mia fari curriri,

…e ti vasu…e t’abbrazzu

ti strinciu…

e strinciu l’aria, ca s’ingrigia

acchiappu un sognu

ca spissu addriventa un incubu.

Amuri amuri amuri

ma picchì mi pigghiasti u cori

si poi mi sfumi ri vrazza

picchì mi vinisti ‘nsuonnu,

senza ri tia un pozzu stari

cummeni ca t’alluntani

picchì acussì pazza finisciu,

alluntanati e scordami

fatti scurdari

e ‘nsuonnati a n’avutra

lassami n’paci, fammi turnari libera ri cori

picchì l’amuri quann’è luntanu e ‘mpossibili

cummeni scurdarisillu.

Amuri amuri amuri

a pazzia mi pigghia

e inveci vulissi rispirari saggizza.

Prima ca m’ammazzu

lassa u me suonnu

vola luntanu

fatti scurdari…

addiu amuri…amuri, amuri ‘mpossibili…




Traduzione:


Amore amore amore

amore contorto

che il cuore m'hai preso

me lo hai preso e m'hai lasciata.

Sotto questo cielo ricamato di stelle e luna

t'aspetto e ti sogno

e ti prendo

con tutta la fantasia che il mio cuore può creare

ti prendo e ti stringo...

ma com'è grande il cielo

e com'è grande il mare...

tanta è la distanza che c'è tra te e me,

e una lacrima mi sgorga

lava la mia faccia

avida dei tuoi baci.

Guardo il cielo e vorrei essere una stella

distendermi sopra la luna e sognarti,

la mia fantasia far correre

...e ti bacio, ti stringo...

e stringo l'aria che s'ingrigia,

afferro un sogno che spesso diventa un incubo.

Amore amore amore

ma perchè m'hai preso il cuore

se poi mi sfumi dalle braccia,

perché mi sei venuto in sogno,

senza di te non posso stare

conviene che t'allontani

perché così divento pazza,

allontanati e scordami

fatti scordare

e sognati un'altra

lasciami in pace,

fammi tornare libera di cuore,

perché 'amore quand'è lontano e impossibile

conviene scordarselo.

Amore amore amore

la pazzia mi prende

e invece vorrei respirare saggezza.

Prima che mi ammazzi lascia il mio sogno

vola lontano

fatti scordare.

Addio amore, amore, amore impossibile.

sabato 25 luglio 2009

Il paradigma biostorico: il ruolo del futuro nella psicologia della vita tra entropie e sintropie.

(da A Colamonico, Le filastrocche di Spazioliberina, in Fatto tempo spazio. Oppi, Milano:1993)


di Antonia Colamonico


La descrizione del processo vitale come una dialogica aperta individuo/campo, si pone in relazione alla direzione dello sguardo-occhio di lettura che, indagando, definisce i luoghi e i significati delle dinamiche vitali. La posizione di lettura non è un dato non influente nell’azione di conoscenza, poiché molteplici sono le possibilità di sviluppo dei piani di saperi.


Indagare sul ruolo-funzione di una posizione nello spazio è un argomento caro alla fisica, A Einstein pose la relazione osservato-osservatore come una condizione importante per comprendere le varie tipologie di letture. L’averla posta ha permesso una fioritura di teorie che nascevano dalla possibilità di poter mutare le angolazioni di una medesima realtà che diviene.


Ogni tipologia apre ad uno spettro diverso di realtà, per cui si può parlare di un rapporto di eco-inter-dipendenza tra osservato-osservatore-osservazione. I tre sono un unico sistema che dà la forma alla vita, poiché la conoscenza è l’unico accesso alla consapevolezza della vita per l’umanità.


Esiste la vita in sé come processo indipendente dall’azione dell’uomo e la conoscenza della vita come la possibilità umana di intervenire per poter implementare o far implodere la vita: è l’eterno gioco tra la vita e la morte, che pone l’uomo come un funambolo su di un filo che lo apre al precipizio.


Imparare a vivere è il compito esistenziale che porta a saper restare in vita, nonostante il vuoto.


Volendo provare a definire la dinamica della vita, essa può essere posta come un’alternanza di entropia/sintropia che crea i dualismi di morte/vita, in relazione ai gradi di disordine/ordine che di volta in volta vengono dipanati come in un groviglio di fili: non esiste l’entropia totale, poiché implicherebbe la morte totale, cioè il nulla assoluto; non esiste la sintropia totale, poiché non si giustificherebbero gli stati di disordine.


Con una lettura biostorica la vita è un processo sdoppiato a doppia direzione che tende o verso il tutto o verso il nulla.


Il fisico Ignazio Licata, in Teoria degli Universi e Sintropia. Luigi Fantappié, ricordo di un matematico, descrive come sia stato difficile per i fisici muoversi sui due piani, poiché la sintropia a differenza dell’entropia è un anticipazione di futuro, mentre l’entropia è una deriva del passato: leggere il passato è alquanto semplice, poiché è un definito, un movimento che ha preso già forma e quindi veste concreta di realtà, facile da osservare. Il futuro, invece è il campo del non ancora accaduto, non ancora realizzato e in quanto tale implica un fattore d’incognita.


Il passato è un sistema chiuso, il futuro un campo aperto. Il gioco vitale si pone come un’alternanza di ordini/disordini che tendono ad un equilibrio fortemente instabile. L’instabilità rende eccezionale la vita, poiché in tale precarietà il prendere corpo della realtà sembrerebbe quasi un fatto straordinario che genera commozione.


Sviluppare una psicologia della vita implica nel soggetto attore-lettore-abitante della storia aprire la mente-cuore al cambiamento, alla possibilità d’invertire una tendenza negativa in una positiva; ma per poterlo fare bisogna saper dare sepoltura al passato.


Il passato segna l’indirizzo della nicchia storica che dà forma alla vita, ma il segnare è un eco informativo che si presta ad essere trattato, analizzato e poi rigettato.


Una psicologia che indaghi solo ed esclusivamente gli stati di passato rende la coscienza prigioniera, sclerotica nel tempo, irrigidendo una forma di vita che ha perso realtà. Il processo entropico è l’effetto dell’erosione del tempo come l’invecchiamento degli spazi che perdendo forza vitale e tendono a morire.


Un’indagine basata solo sul passato non aiuta a vivere, ma rende ossessivi intorno a se stessi!

Dal culto del passato nascono i totalitarismi e le tirannie!


Necessita fare un salto logico, dare sepoltura al passato, iniziare a guardare al futuro per inventare il modo nuovo.


Esistono, nel disordine della vita, gli stati di ordine, come la Sintropia del Caos o Ordine della Complessità: il segreto della vita che si rinnova, è tutto in tale apertura al futuro, che essendo il campo del possibile schiude al nuovo, al non atteso, all’imprevisto che può mutare la direzione della cresta storica.


Imparare a vivere implica l’esercizio dell’occhio-mente che dovrà saper essere dinamico, pronto a ruotare le angolazioni di lettura, aperto alla molteplicità di forme; tale capacità è il processo neghentropico come la possibilità a frenare l’entropia, che se prendesse piede nell’anima condurrebbe al nichilismo della coscienza. Il nulla della storia, come la perdita del significato esistenziale che lega l’individuo al Tutto vitale.


Essere dei finiti assetati d’infinito è la condizione che aiuta a vivere, essere amanti della vita dà una mano a capovolgere il dolore in gioia; l’ingiustizia, in giustizia; la disonestà in onestà…


Necessita iniziare ad introdurre una pedagogia della vita che insegnando a leggere il processo storico come un corpo a uno/tutto, faccia acquisire una consapevolezza sulle molteplici possibilità di risposta agli stati negativi e positivi. Occorre attrezzare le menti dei giovani a saper rispondere agli imprevisti, alle strettoie della vita prima ancora che renderli eruditi sotto il profilo disciplinare:


  • l’uomo si differenzia dal geranio, dal sasso e dal cane perché ha coscienza, cioè memoria del proprio essere che diviene. Uno studio che non faccia nascere la coscienza non è dell’uomo, ma del geranio, del sasso, del cane.


lunedì 4 maggio 2009

Creativita ' ed Innovazione : “Ottiche nuove per lo sviluppo dell'immaginario scientifico contemporaneo".

di Paolo Manzelli

PREMIO AGAPE 2009

AL PROF. PAOLO MANZELLI

PER LA DIVULGANZIONE SCIENTIFICA


http://www.premioagape.org/home.htm


− Premessa : considerazioni tra Passato e Futuro della Scienza.

− Per quanto sia evidente che non ha futuro chi non possiede un passato la cui memoria e' decisiva per formare l' identita di ogni individuo, tuttavia e' importante capire che, oggi trovandoci nel contesto di un decisivo mutamento delle condizioni di sviluppo globale della piu' recente storia dell' uomo, dobbiamo riflettere su come sia divenuto necessario l' evitare di divenire dipendenti da forme di pensiero ereditate dal passato.

− Pertanto la divulgazione e la disseminazione di conoscenze oggigiorno assume il compito di orientare i giovani nel generare conoscenze innovative il cui profilo favorisca una formazione adeguata alla costruzione del loro futuro.

− Richard Feynmann premio Nobel per la Fisica (1965) asseri' che :"Una più grande conoscenza porta sempre con sé un più profondo e meraviglioso mistero “ ; quindi se nell' elaborare i profili di divulgazione scientifica non sappiamo cogliere la interazione evolutiva tra “scienza e mistero”, allora l' azione formativa resta tesa a riprodurre antiquate modalita' di pensiero, trasformandosi in un forte condizionamento identitario, che putroppo rende dissociate dallo sviluppo contemporaneo le capacita di pensare dei giovani.

− Infatti le conoscenze quando hanno superato i limiti delle loro validita' storica, invece di agire in favore dei una evoluzione flessibile della identita' , pongono un limite alle possibilita' di sviluppo della creativita' e dell' immaginario scientifico dei giovani e giovanissimi, traducendosi con il passare del tempo in elementi di declino dello sviluppo economico e sociale.

− Sin dagli inizi del nuovo millennio ci siamo resi conto che il “modello di sviluppo della produzione di macchine” era entrato in saturazione ed inoltre che l' inquinamento prodotto dalle macchine ha iniziato a incidere sistematicamente sulla vita del nostro pianeta fino a determinare un degrado ecologico irreversibile che incide pesantemente anche sulla salute dell' uomo. Pertanto ogni soluzione innovativa nell' ambito delle divulgazione scientifica, necessita di favorire il superamento delle conoscenze “meccaniche” acquisite durante tutta l' epoca industriale le quali hanno preferenzialmente incentivato una economia basata sulla produzione di motori di ogni tipo e grandezza. Viceversa una attivita divulgativa in favore dello sviluppo delle “scienze della vita” puo essere orientata in modo da produrre quel cambiamento di mentalita che si e' reso storicamente necessario per dare sviluppo alle conoscenze basate sulla bio-economia (KBBE = Knowledge Based Bio-Economy), come di fatto richiede l' Unione Europea, al fine di sostenere ricerca e l' innovazione scientifica e sociale contemporanea.

− In questo contesto pertanto e necessario agire per il cambiamento del consueto “rapporto scienzasocietà” cosi come e' stato impostato nell' epoca industriale. Di conseguenza anche il ruolo della divulgazione scientifica , oggi non e' piu solo quello di trasmettere i risultati della scienza con un linguaggio piu' comprensibile, poiche ' invece una impegnativa disseminazione scientifica si focalizza nell' impegno di rendere evidenti i limiti della acquisizione delle conoscenze “meccaniche” precedentemente acquisite , proprio al fine sbloccare l' immaginario scientifico delle giovani generazioni ed allo scopo di attivare una strategia di condivisione critica e costruttiva sul sapere pregresso, orientata a favorire la creativita' delle nuove generazioni, verso la costruzione di nuovo scenario cognitivo, piu' consono allo sviluppo dello sviluppo delle “scienze della vita” e quindi per addivenire ad una visione sociale migliore dello sviluppo umano.

− Pertanto i criteri innovativi della divulgazione scientifica, durante l' attuale periodo di “transizione tra l' epoca industriale e la futura societa della conoscenza” , sono orientati nella direzione di facilitare il decollo di una nuova immagine complessiva della realtà, in modo da promuovere e facilitare il superamento il “riduzionismo meccanicista” della vecchia concezione delle scienza.

− Bisogna comunque sottolineare le strategie di divulgazione scientifica contemporanee non pongono in contrapposizione il dilemma tra l' essere “antiquati o futuristi” nell' apprendimento della scienza; cio' proprio in quanto lo sviluppo cerebrale che favorisce la creazione delle idee, trova naturale l' assunzione di un andamento di rielaborazione cognitiva, che tende a svolgersi attraverso una ciclicita' di riferimenti tra vecchie e nuove modalita di pensiero, aprendosi gradualmente alle piu' “coscienti forme di creativita' e di innovazione”.

− Pertanto nel quadro delle attivita' di divulgazione della scienza contemporanea, si recuperano e rilanciano nuove idee anche in seguito alla attenta rilettura del piu' antico passato, nel quale in vero l' intuizione umana e' stata meno riduzionista e fautrice di una mentalita' piu' aperta all' osservazione della natura, se confrontata a quella dei paradigmi cognitivi succeduti nella storia dello sviluppo storico delle conoscenze. Pertanto l' atteggiamento valutativo associato all' apprendimento di nuove cognizioni, non puo' divenire quello di disprezzare le vecchie conoscenze unicamente perché sono divenute obsolete, né quello di abbracciare incondizionatamente un’idea potenzialmente risolutiva di determinate problematiche solo perché è originale e nuova . Infatti come ci ha insegnato il grande Galileo Galilei, la nuova scienza nasce pur sempre dal dubbio, che induce la mente verso il superamento delle contraddizioni che emergono dal confronto tra concettualita' diverse, ed e' con tale metodologia di pensiero che la divulgazione scientifica oggi affronta i problemi di riflessione sulla scienza.

− La scienza, guidata da una saggia riflessione divulgativa, pertanto conduce verso quella effettiva condivisione di nuove cognizioni trans-disciplinari, la quale diviene la grande forza liberatrice di ogni precedente mentalita' ristretta ed offuscata da riduttivi riferimenti “meccanici”, che oggigiorno con i nuovi criteri di divulgazione e disseminazione scientifica vogliamo proporci di superare.

- 2009 ANNO della CREATIVITA e della INNOVAZIONE

− Oggigiono a sostegno del cambiamento delle linee di ricerca e sviluppo il Parlamento Europeo ha proclamato il 2009 "Anno europeo della creatività e dell'innovazione" perseguendo la necessità di rafforzare le capacità di sviluppo della società della conoscenza.

− Pertanto sulla base delle precedenti premesse e nel contesto di sviluppo contemporaneo della societa della conoscenza, la Associazione di Ricerca EGOCREANET//Open Network for new Science & Art di cui sono Fondatore e Presidente, ha ritenuto importante realizzare tutta una serie di attivita' finalizzate a delineare le strategie di cambiamento cognitivo, associate al superamento dell'attuale declino della Societa Industriale, orientando la propria “divulgazione on-line” nella direzione di favorire la disseminazione di nuove opportunita' cognitive per lo sviluppo della futura societa della conoscenza.

− I punti salienti di tale attivita' di promozione cognitiva, indirizzati ad evitare la diffusa incomprensione sociale della ricerca scientifica causata dalla l’estrema parcellizzazione specialistica delle discipline scientifiche, sono essenzialmente i seguenti che per ragioni di tempo sono costretto a schematizzare.

a) La percezione visiva.

Il decollo di una nuova immagine complessiva della realtà capace di superare il “riduzionismo

meccanicista” della vecchia concezione delle scienza, inizia con i contributi innovativi della moderna ricerca di neurologia funzionale sul tema della “percezione visiva”, che propone un netto cambiamento della ingenua concezione che equipara l' occhio ad una macchina fotografica. L' occhio riceve solo dei dati di informazione come stimolazione percettiva, mentre e' il cervello che trasforma tali dati in percezione visiva in immagini, decodificando i dati bioelettrici provenienti dalla retina e ri-codificandoli in visioni significativamente intellegibili.

− La consapevolezza di questa distinzione tra una vecchia interpretazione meccanica della percezione visiva e la conoscenza della complessa elaborazione neuronale che ci permette di vedere, comporta un profondo cambiamento di atteggiamento mentale sui criteri di oggettivita', e cio' e' decisamente importante nella attuale societa della informazione, per poter delineare nuovi criteri di distinzione tra “reale e virtuale” , e tra “beni tangibili ed intangibili” , e quindi di come sia da valorizzare il valore delle conoscenze innovative e della creativita' in rapporto alla valutazione dei beni materiali.

- Tale distinzione apre pertanto nuovi orizzonti nel processi conoscitivi sociali che riguardano tutto cio' che e' invisibile ed ad occhio nudo. Infatti le moderne attivita' di ricerca su le “nano- e le bio-tecnologie” permetteranno nuove modalita' di sviluppo produttivo e sociale della futura societa della conoscenza, lavorano nel campo di cio' che e' invisibile alla percezione diretta. Pertanto e' evidente che il mantenimento della la vecchia concezione della percezione oculare, indirettamente conduce a generare “gap” di incomprensione sociale in proposito delle effettive potenzialita' di sviluppo socio-economico della ricerca contemporanea. Purtroppo tale carenza di realizzazione di un ponte di condivisione di conoscenza tra “Scienza e Societa” a riguardo delle nuove tecnologie nano-tech. e bio-tech., genera evidenti problemi che incidono attualmente sulle effettive possibilita' di trasferimento tecnologico tra ricerca ed impresa e quindi, di conseguenza, si riversano direttamente anche sulle difficolta' di trovare lavoro per laureati; cio avverra' fin quando il sistema produttivo permarra' basato sulla vecchia industrializzazione meccanica, normalmente svolta in relazione alle modalita di lavoro manuale, non sono piu corrispondenti alla attuale formazione intellettuale dei giovani.

b) Alimentazione di Qualita' e Nutrizione

Un altra equivalenza “meccanica” che conduce ad in modo sostanzialmente errato ad “equiparare l'uomo ad una macchina”, si denota nella concezione nutrizionale delle diete alimentari . Tradizionalmente nel contesto delle conoscenze “meccaniche” si quantifica qualsiasi cibo in termini di “calorie”, senza pensare che di fatto il calore e' una forma di energia degradata, in quanto possiede una bassa capacita di conversione in altre forme di energia che abbiano un valore direzionale, come e necessario nel caso delle trasformazioni metaboliche di un organismo vivente. Il cibo che ingeriamo serve principalmente alla ricostruzione delle nostre cellule e dei nostri organi e quindi delle loro funzioni vitali; tale ricostruzione continua e' indirizzata dalla informazione genetica. Invero la ricostruzione giornaliera del nostro sistema vitale, ha ben poco a che vedere con la produzione di calore , dato che ogni ciclo metabolico (Ciclo di Krebs) serve in sintesi a generare ciclicamente un flusso di elettroni. Pertanto oggigiorno le strategie di dulgazione scientifica di EGOCREANET //ON-OS&A , sono impegnate nel diffondere le moderne conoscenze di “Nutrigenomica”. La “Nutrigenomica” è la scienza che studia come il cibo nella sua trasformazione metabolica sia in grado di intervenire sul DNA, per attivare quei geni che intervengono per impedire che insorgano nell'organismo alcune patologie che conducono a vere e proprie malattie dei vari organi ed anche ad un invecchiamento precoce e malandato. Attualmente le ricerche di “Nutrigenomica” sono solo all' inizio ma le previsioni di successo permettono alla divulgazione e disseminazione scientifica di intervenire per accelerare il cambiamento mentale dalle concezioni meccaniche della alimentazione e quelle del rapporto

tra vita e alimentazione di qualita', il quale favorira' lo sviluppo di quelle nuove concezioni sul rapporto tra alimentazione e salute, che sono divenute di importanza mondiale per la vita sul nostro pianeta.

La ricerca sulla nutrizione sviluppatasi nel quadro delle concezioni meccaniche e quindi della misurazione del cibo in termini di quantita caloriche , ha perduto ogni comprensione della qualita' che caratterizzano gli alimenti in termini di rispondenza alla informazione genetica necessaria per giornalmente ricostruire la vita .

Pertanto la “Nutrigenomica” , pone un problema essenziale di cambiamento mentale che rivoluziona il mostro consueto modo di pensare alla vita dell' uomo sulla base di una falsa ed aberrante analogia di comportamento tra l' uomo- e la macchina.

http://www.dreamstime.com/brain-creativity-image7383646

C) Il cervello e l' apprendimento creativo.

Le attivita di EGOCREANET //ON-NS&A, accennate nelle precedenti tematiche di promozione e divulgazione intraprese , sono sostanzialmente rivolte a evitare errori di prospettiva cognitiva, per lo piu' causati dal mantenere costante il quadro di riferimento scientifico e con esso il punto di vista culturale e cui siamo stati educati. L' apprendimento infatti puo' divenire un condizionamento qualora insegni acriticamente concezioni divenute obsolete, proprio in quanto lontane dalle esigenze di cambiamento contemporanee. Pertanto volendo agire in funzione dello sviluppo creativo delle giovani generazioni dobbiamo far si che i futuri gli uomini e donne non divengano inconsapevolmente schiavi di strutture cognitive del passato che postano in se vecchi e nuovi oscurantismi. Viceversa pertanto dobbiamo imparare a riflettere criticamente sulle conoscenze, esplorando prospettive di sviluppo cognitivo diverse da quelle precedentemente definite nel contesto del “paradigma scientifico e tecnologico” che e stato acquisito storicamente, determinando una “innovazione chiusa sulla logica meccanica” , cosi che' lo sviluppo tecnologico e rimasto sistematicamente incluso nelle logiche di produzione e di sviluppo sociale ed economico della epoca industriale.

La strategia di cambiamento cognitivo denominata di “OPEN INNOVATION SYSTEM” viene

oggi sviluppata dal gruppo trans-disciplinare di ricerca denominato: “Open Network for new

Science and Art”, (in sigla: ON-NS&A) , che si propone di promuovere quelle modifiche

strategiche di mentalità per avanzare nella dinamica dello sviluppo cosciente dell' uomo con il

progetto: “Florentine Renaissance for a New HUMANITY PROGRAM”. (FRN-HumanPr.-)

In particolare possiamo notare come nella societa industriale la innovazione sia stata preferenzialmente nascosta dietro bottoni e chiavette facili da usare, in modo da provocare un nuovo “oscurantismo tecnologico”. Viceversa nel quadro dello sviluppo del (FRN-Human-Pr) riteniamo necessario rivelare ed esplicitare cio' che e stato sotteso e nascosto dalla “tecnologia meccanica”, in quanto la estesa utilizzazione delle “push botton technology ” rischia di divenire un moltiplicatore cieco privo di controllo umano dove macchinari robotizzati sono divenuti capaci di riprodurre qualsiasi oggetto in milioni o miliardi di esemplari creando danni irreparabili ed insostenibili sprechi di un mercato consumistico realmente fuori misura dalle reali possibilita di sostenibilita'. Nella futura societa della conoscenza diviene quindi prioritaria una revisione radicale del modo in cui le macchine sono state progettate e applicate specie a riguardo dello sviluppo delle nuove generazioni di Robot ed Automi.

Purtroppo durante l' epoca industriale la intelligenza umana di chi ha inventato le macchine a stata surclassata da coloro ne hanno sviluppate le applicazioni all'unico scopo di fare affari, agendo con l' obiettivo ancor piu' perverso di trattare da stupido chi le avrebbe usate, proprio per indurre il consumatore all’obbedienza cieca e passiva del mezzo tecnologico, invece di incoraggiarlo a capire come poter adattare modificare e migliorare le macchine alle reali esigenze della vita sul nostro pianeta.

Queste nuove modalita' di scriteriato “oscurantismo tecnologico” , indubitabilmente hanno determinato una profonda difficolta' di comprensione e di controllo del mondo in cui viviamo che prevarica la natura e con essa pesino il naturale sviluppo cosciente del pensiero e della cultura umana.

Solo la musica e l' arte contemporanea di avanguardia sono oggi rappresentative di una nuova frontiera emotiva , che pero' stenta a divenire il prodromo di una razionalita' creativa capace di decostruire il paradigma meccanico dominante, e ricostruire una nuovo modo di pensare necessario allo sviluppo delle scienze della vita. Pertanto il compito divulgativo del gruppo di ricerca ON-NS&A e' proprio quello di integrare l' arte con la scienza contemporanea, per veicolare una rinnovata visione del modo risvegliando e potenziando la naturale creativita' umana dal torpore tecnologico indotto delle tecnologie “push botton”,al medesimo tempo che l' arte stessa si modifica, passando da una pura visione estetica in un mezzo potente

di comunicazione, che sottende un modo di intendere la vita e la sua evoluzione creativa, come gia' aveva sommariamente indicato il “movimento futurista” Italiano agli inizi del secolo scorso.

Concludendo questa breve relazione al PREMIO AGAPE 2009 , sottolineo, senza addentrarmi nei particolari, che oggi e' divenuto strategicamente possibile utilizzare (a seguito degli studi di Ecologia della Mente attuati dal del LRE/EGOCREANET), di una strategia costruttiva di nuovi saperi, per la crescita della societa e della futura economia della conoscenza. Cio risulta sperimentalmente possibile sulla base di un rinnovamento educativo fondato sulla base delle piu' recenti acquisizioni neurologiche del funzionamento cerebrale. Cio permette di dare un nuovo senso alle problematiche ed alle situazioni di sviluppo contemporanee ed aprire la strada a soluzioni innovative e creative, che rimovono le obsolete concettualita' “meccaniche” che hanno informato la societa e il pensiero durante l' epoca industriale .

http://sonenvir.at/data/lattice/lattice-raw.png


Paolo Manzelli –

03/MAGGIO/2009 –

FIRENZE

http://editor001.blogspot.com/2009/05/premio-agape-2009.html

http://www.premioagape.org/home.htm

lunedì 30 marzo 2009

La Palestra della Mente: La missione di Paolo da Tarso


Cenacolo della Conoscenza: Perché Paolo?


(da Antonia Colamonico. Costellazioni di significati per una topologia del pensiero complesso. Bari 2007)



Paolo di Tarso rappresenta lo stato di chi scopre una nuova linea evolutiva della verità, ma si scontra con la stupidità del mondo, che lo pone a margine da sé. Nella sua esperienza di vita, Saulo misura concretamente la cecità. Egli divenuto cieco, sperimenta fisicamente il significato delle tenebre. Le tenebre che rendono buia la scena della Storia.

Egli è un quasi privilegiato nell’essere un greco che ha in sé il valore politico della polis; un ebreo che ha in sé il valore religioso della appartenenza a Dio; un romano che crede nel valore dell’universalità della storia. Egli incarna le leggi dello Stato e di Dio.


Uomo timorato che in virtù del suo credo, perseguita la famiglia dei cristiani che portano il disordine nel mondo. Ma sulla ragionevolezza di questo uomo giusto, interviene l’azione miracolosa del Dio dell’impossibile.


Paolo rappresenta l’incontro del Caino e dell’Abele che è in ogni uomo: l’incontro tra la logica razionale e quella emotiva che risiedono nei due emisferi della mente.


In lui, con l’azione dell’infinito, si mette in moto la dialogica mente-cuore che fa del timorato, un coraggioso. Acquisisce, così, un equilibrio e una tale chiarezza nel giudizio da essere posto al fianco di Pietro, nelle dispute giuridiche dei primi cristiani sulle abitudini comportamentali.


La ricchezza del testamento gnoseologico di Paolo, a noi pervenuta, è una fonte di continua messa in discussione dell’ovvietà, dello scontato, del dato certo, del sentito dire. Nel suo insegnamento egli pone un nuovo modo di guardare che parte da una più ampia visione di democrazia.


La democrazia, come governo del popolo che nella cultura greca indicava lo status di uomo libero, non è, per lui, un modo di esercitare lo status di cittadino, limitato alle genti romane; bensì un modo per tutta quanta l’umanità. La vera democrazia non può dirsi tale se è circoscritta ad un solo luogo, come un dentro le mura di una cerchia di privilegiati. Essa ha bisogno di viaggiare e di valicare i confini del centro, per farsi periferia.


La sua visone giuridica greco-romano, sulla via di Damasco, si arricchisce di una componente nuova, profonda e piena di significato, che fa della libertà non un semplice status giuridico, ma il modo di essere della mente-cuore. Scopre, in quelle ore di buio, la libertà della coscienza, come l’abito mentale a cui ogni uomo-cittadino dovrà tendere, perché porta a sentirsi liberi rispetto al sé, al mondo, a Dio.


In lui si attua il passaggio dal piano razionale che pone l’essere libero, al piano emotivo che pone il sentirsi libero. Egli, lavorando sulla sfumatura di significato costruisce l’anello di congiunzione tra il piano politico e quello etico, gettando le basi dell’idea moderna di democrazia.


La stessa periferia per lui assume tre significati, la periferia della Terra che ingloba in sé tutte le genti di tutti i tempi-spazi; la periferia della ragione che riassume tutte le idee dalle più complesse alle più semplici; la periferia del cuore, come tutti gli stati d’animo. Ogni uomo, ogni idea, emozione, intenzione, azione dovranno essere liberi. Dovranno essere il risultato di una libertà di scelta che fa assumere la personale posizione storica di fronte alla vita.


È nella scelta che si esprime il giudizio. Questo spiega il suo grande entusiasmo che lo porterà a scrivere le lettere sulla scoperta del nuovo grado di profondità che permette di trasformare il siete liberi, come un fatto esteriore, in siate liberi come una dimensione interiore. Il siete è un costruito, un dato di fatto che una volta posto lo è per sempre; il siate è una possibilità che si pone come un costruendo, un dato di divenire che di volta in volta va riproposto, dipanato, rigenerato.


Non esiste una libertà definitiva che vale per sempre, ma tante libertà per i tanti momenti della vita. Non esiste una democrazia che è assoluta, ma tanti gradi differenti di democrazie; così facendo egli introduce una libertà e una democrazia che si misurano continuamente con i lacci della tirannia e dell’ipocrisia. Come il gioco di un gatto che si morde la coda, tirannia e libertà si inseguono a tondo.


La topologia dell’interiorità/esteriorità della libertà è la grande scoperta che egli mette a disposizione di tutte le genti, di tutti i futuri storici. In ciò è la sua modernità.


Le sue genti non rappresentano la massa come la perdita dell’identità soggettiva, si pensi alla massa di pane in cui la farina, l’acqua, il sale e il lievito, smettono di essere tali. Le sue genti sono tante unità di mente/cuore, che esercitando la libertà di giudizio, si ritrovano legati in comunione nella figliolanza a Dio che è padre di tutti e nella fratellanza di tutti, perché figli dell’unico Dio. È ancora quel concetto di nodo/rete che ritorna. In lui le periferie, come le varie derive del mondo e dell’io, si fanno centro del mondo e dell’io. In tale dialogica di centro/periferia si estrinseca la capacità di saper essere l’uno/tutto della Storia.


Ma, avverte continuamente, una volta conquistata la libertà, siate vigili, poiché è soggetta all’erosione del tempo. Di nuovo l’entropia del nichilismo che ritorna, che fa di una libertà, una schiavitù, una comodità che non nasce dalla scelta, ma dall’economia di spesa che è forma subdola di egoismo. È l’economia di spesa cognitiva, che introducendo le generalizzazioni, impedisce di ascoltare, di guardare, di gustare, di immedesimarsi in ciò che è posto di fronte.


La posizione di lettura della coscienza è uno stare a guardare, come un occhio Egli, i movimenti e i bisogni dell’io, del mondo, di Dio che chiedono di essere conosciuti, amati in tutti i momenti nuovi di ogni vita. Si pensi ad una mamma che guarda il suo neonato, ne spia i vagiti, per comprendere se ha fame o se sta solamente vocalizzando.


Paolo, in questo valicare le mura fisiche della città e invisibili della mente-cuore, che lo porterà a Roma, per informarla dell’importanza della nuova visione di futuro, riconosce la pari dignità a tutta quanta l’Umanità, in nome, non dell’appartenenza ad una gente, ma della figliolanza in Dio che rende tutti fratelli. Di qui la sua missione di divulgatore della democrazia, che gli farà sostenere l’illegittimità delle schiavitù giuridiche, economiche, intellettuali, morali, religiose.


Nel primo libro di biostoria [Colamonico, A. 1998] ebbi modo di sottolineare come il processo storico è un processo di democratizzazione dello Spazio-Tempo che permette di dare il luogo alle diverse forme della vita. Tale processo di naturalizzazione che fa assumere ad esempio al vapore la dimensione di nuvola; alla gemma quella di frutto; al bambino quella di uomo, impone nelle tre forme di vita, una scelta di significato.


La nuvola, il frutto, l’uomo per assumere l’identità storica, che permette loro di occupare uno spazio e consumare un tempo, dovranno emanciparsi dai campi-nicchie che li hanno posti, per essere se stessi. Essere se stessi è l’essenza della vita a livello cosmico.


La democrazia è il processo di emancipazione che procede dal passato al futuro. Emancipazione che consiste nella presa d’informazione intorno al sé e intorno al campo-nicchia di sé. La presa d’informazione si chiama processo di conoscenza. Alla base del processo di conoscenza c’è un quanto storico, come l’impronta informativa di Dio che dà il là alla dinamica evolutiva.


Il processo informativo è dunque cosmico: la nuvola dovrà apprendere ad essere nuvola; il frutto, frutto; l’uomo, uomo. Ogni elemento del Cosmo ha una linea evolutiva, quale memoria di un processo informativo che lo pone nello stato dell’imparare ad essere, a non aver paura di essere, a non permettere di non essere. Tale processo si attualizza in tutti i tempi 0: il tempo di Dio.


Il tempo 0 della storia ha un procedere inevitabile verso il futuro, in tale andare egli si divide e si moltiplica in una infinità di tempi 0 che danno luogo ad una infinità di spazi, nuovi. Tale andamento del divenire, non è scontato, non è determinista, in quanto nell’organizzarsi della realtà, i sistemi storici si perturbano vicendevolmente, come un toccarsi, un informarsi l’un l’altro del proprio esserci nel mondo: ci sono, esisto, eccomi. Come quando il feto inizia a muoversi nel grembo materno, dando alla madre la sensazione dell’indipendenza, nella dipendenza del suo corpo.


Dall’informarsi si generano gli stati di Caos. Il disordine come constatazione del limite del proprio luogo, dell’essere insieme nella Storia. Il disordine fa paura a chi non sa gestirlo. Dalla gestione del disordine nasce il nuovo grado, più complesso, di ordine che amplifica la democrazia della Vita. Il non saperlo gestire, fa nascere la voglia a fermare la vita.


La dittatura si implementa ogni qual volta in un sistema storico individuale e sociale, nasce la paura del futuro. Non esiste la dittatura in assoluto e la democrazia in assoluto. Esistono tante dialogiche dittatura-democrazia che vicendevolmente si intrecciano in funzione degli stati di chiarezza dell’io e del mondo. Gli stati di ambiguità/chiarezza, rendono la storia un equilibrio instabile tra l’ordine e il disordine. In una visione cinetica, a campo allargato, la dinamica ha un andamento fluttuante, che pone l’apparire e lo sparire delle forme di libertà.


Su tale dialogica del divenire e del riproporsi continuo della dittatura/democrazia, interviene l’uomo di Tarso, che svela agli ebrei e ai pagani che sono dentro ogni uomo, le nicchie di tirannia e le sacche di democrazia, annidate nelle logiche delle coscienze e degli Stati. Egli si fa apostolo della speranza di Democrazia Universale, vista come una triade, città/fuori città, coscienza/fuori coscienza, cosmo/fuori cosmo; che tende alla perfezione di Dio, Infinito Amore. Da ciò nasce il suo Canto alla Vita. Vita che non è scontata, che non si scandalizza dell’imprevisto e non condanna il diverso, non si rallegra della sfortuna del fratello, non si compiace della bellezza del suo stato nel mondo, non si lascia imbrigliare dalle consuetudini delle ipocrisie del mondo e dell’io.

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sabato 21 marzo 2009

Il Cenacolo della Parola


Nell’ambito dell’offerta formativa del 2009

delle Palestre della Mente,

Centro Studi di Biostoria,

ogni lunedì dalle 18.00 alle 20.00,

c’è l’incontro formativo sull’Ascolto della Parola.

L’ingresso è libero.





Il percorso di studio è strutturato sulla lettura di passi e sul confronto, come l’atto dello spezzare il pane della parola. Lo spezzare implica la condivisione e l'appropriazione degli insegnamenti. Apprendere e cum-prendere sono il risultato di una relazione vitale che facendosi dialogo, porta alla crescita di tutti.


L’idea d’inserire un percorso Biblico, nel piano dell’offerta formativa del Centro Studi sul Pensiero Complesso e sull’organizzazione di un Occhio di lettura Eco-Biostorico, pluridimensionale, nasce dalla consapevolezza che la grave crisi economico-sociale che si sta vivendo, necessiti di una rilettura della Società sul piano dell’Etica.


Importante è ricordare che nei gravi momenti della storia, solo l’etica, come piano morale e universale delle idee e delle risposte storiche, ha fatto da collante alla disgregazione sociale.


La Bibbia, indipendentemente dal giudizio sulla religione, è un eccellente manuale di umanità, in quanto offre, ad un occhio attento e libero dal pregiudizio, una serie di insegnamenti storici e comportamentali in grado d’implementare le comunicazioni democratiche.


Nella Società Globale si dovrà costruire la visione etica e politica di Comunità Universale, la Bibbia con i suoi libri, offre lo spunto per sviluppare una mentalità mondiale di accoglienza e di rispetto di sé e dell’altro, nel riconoscersi, tutti, abitanti e figli della Vita.



Si legge, nel secondo dei Quaderno del Sinodo (2009), di Mario Paciello* :


… Credere è il bisogno fondamentale dell’Uomo.

È la premessa indispensabile di ogni rapporto e di ogni espressione di vita.

Ha bisogno il neonato di credere, pur nell’assoluta innocenza, nell’amore di sua madre.

Credono i commensali nell’onestà di chi ha preparato le vivande, credono i passeggeri nella competenza e nell’esperienza del capitano dell’aereo e della nave.

Credono gli inquilini negli ingegneri e nelle maestranze che hanno costruito il palazzo.

I giorni dell’uomo sono un susseguirsi interrotto di atti di fede.

Senza professarlo, con il solo comportamento,tutti dicono da mattina a sera: “credo”.

Chi non si fida di niente e di nessuno non può bere neanche un sorso d’acqua: è nell’impossibilità di vivere…

“Credo” è la più alta affermazione di un “io” libero e responsabile.

“Credo” può dirlo solo una grande mente, aperta alla verità tutta intera, sgombra da pregiudizi, libera da interessi o condizionamenti ideologici…



Antonia Colamonico, biostorica.

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* Mario Paciello, Vescovo della Diocesi di Altamura, Gravina, Acquaviva delle Fonti.




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venerdì 20 febbraio 2009

La crisi del Partito Democratico e della Sinistra italiana, naturale conseguenza delle logiche di tangentopoli.



di Antonia Colamonico



La crisi della Sinistra italiana sembra non aver fine. È questo il vero grave pericolo per la democrazia del Paese. Quando spiego la dittatura fascista, sottolineo ai miei ragazzi che fu la scissione dell’Aventino che di fatto consegnò l’Italia al Duce, che nell’accezione latina indica condurre, portare oltre, infatti Dante chiama Virgilio il “duca mio”.


La classe operaia ormai s’identifica nella Lega Nord o nel P.D.L. che pur seguendo delle logiche settoriali, hanno una coerenza ideativa e operativa che li porta ad essere coesi nelle scelte programmatiche.


Fare corpo diviene in un momento storico di veloci trasformazioni l’arma vincente per delle scelte spedite, indipendentemente se più o meno democratiche:

  • se la Società si esprime in nanosecondi, necessita una politica che abbia una capacità decisionale che a sua volta si esprima in nanosecondi.

Ora, osservando i comportamenti della Sinistra affiora una crisi che si sta facendo endemica, data dallo scomporre / comporre / riscomporre eterne alleanze, nate non da linee programmatiche chiare coerenti, mirate ad un utile collettivo; ma piuttosto da giochi di potere di singoli, che si sollazzano a fare i ducetti di sezione.


Pur essendo ideologicamente di sinistra, ho sempre temuto la Sinistra, perché ogni qualvolta è andata alla gestione del Paese, ha fallito nel suo proposito democratico.


Esiste una democrazia di definizione ed una di metodo; le due non sempre vanno insieme, per definizione posso dichiararmi democratica e poi nell’esercizio della funzione sono dispotica. La sinistra italiana ha per denominazione una visione democratica della società, che la fa innalzare a paladina degli ultimi, ma poi nel metodo è reazionaria, vecchia e legate a clientele trasformistiche. La malattia della sinistra italiana che non le fa assumere la dignità di corpo unico è da rintracciare in quelle trame oscure delle sue metodologie particolaristiche.


  • Manca alla sinistra moderna quella forza morale che traghettò l’Italia dalla dittatura alla repubblica.
  • Non si costruisce la verità storica sulle logiche del più forte, ma sulla portate dei principi morali che rendono le azioni universalmente buone e non è un caso che oggi a sinistra non si voglia parlare di etica.


L’etica come la coerenza tra l’idea e l’azione che rende buone/cattive le risposte storiche, è alla base delle scelte democratiche. Molti ancora considerano l’etica una sovrastruttura, come un ché di posticcio all’azione. Ma ogni azione biostorica nasce da una visione di significato-valore che è Etica della Vita.

  • Ora analizzando meglio, avendo vissuto la politica proprio nell’anno più oscuro, il 1992, quale è il male della sinistra italiana, nel 2009?

Con tangentopoli e il caos che ne seguì, furono messe a nudo le logiche partitocratiche che richiedevano l’allineamento delle coscienze non ai valori universali, ma ai particolarismi degli utili privati. Ricordo che in quel momento storico mi presentai alle elezioni regionali pugliesi, come candidata donna del partito socialista italiano. Chi sabotò la mia candidatura fu lo stesso partito locale, poiché non ero allineata ad alcuna cordata; ero stata indicata solo perché veniva richiesto un certo numero di donne nelle liste. Ero, quindi, solo un contrassegno numerico che aveva la pretesa di essere nome e questo mio voler essere coerente in primis con la mia coscienza, faceva di me un soggetto pericoloso al mio medesimo corpo partitico.


Poi avvenne il crollo, avvennero gli arresti e le teste mozzate… ma la scomparsa dei partiti che avevano dato la Costituzione al Paese, non ha fatto pulizia delle dialettiche personalistiche. Sono caduti i vertici, ma la manovalanza affaristica è divenuta, a sua volta, vertice; tanto che oggi la politica sembrerebbe quasi una cosa sporca, Napoli insegna. Ho si entra in certe logiche o si è destinati a morire per troppa visione ideale.


Anzi la stessa utopia, come capacità di guardare l’evolversi delle dinamiche in futuri possibili, è stata bollata d’idiozia e tutti coloro che credono in una possibilità di bene universale sono fatti passare per gli illogici della politica.

  • Ma cosa è l’U-topia se non il luogo del futuro che piano, piano si fa realtà, indirizzando eticamente l’azione!

La politica della sinistra italiana pecca di futuro e non avendo un’idea del domani, non ha una capacità decisionale nel presente. E se poi il presente si esprime in tempi brevissimi, i moderni nanosecondi, non ha storicità.


La sinistra, direbbe Cipolla, è dunque morta. Ma se il seme morendo porta l’albero e il frutto con il seme nuovo, ben venga tale morte, dalle sue ceneri potrà nascere l’idea del mondo nuovo, l’idea di quella Cultura della Conoscenza che si fa, biostoricamente parlando, Società della Vita.


Imparare il codice della vita che parte da un ordine naturalmente intrinseco alla dinamica storica è il nuovo campo di studio e o si impara a leggere in tale prospettiva o si sarà inghiottiti, tutti, nel vortice del nulla storico.

  • Personalmente già dal 1992, ma forse anche prima da ché ho iniziato a cum-prendere, ho deciso di stare con la VITA.

Il Filo S.r.l. - Palestre della Mente -

Via S.no Ventura, 47/d
70021 Acquaviva delle Fonti (BA)
Tel. 080 4035889

Amministratore Unico
Dr. Marcello Mastroleo


Boston - MIT / interno area studenti

Perugia. Esame di PH.D.

Collaborazioni

Collaborazioni
la bellezza dell'Umanità

Perugia, Agosto 2008