(Gocce d'acqua alloggiate) |
Estratto
da:
Antonia Colamonico. L'accoglienza
della novità. Il processo creativo e il dispiegamento degli
spazi-tempi frattali
1°
Campo. Le carte storiche -
La lente caleidoscopica
(©
2012 - Il filo, Bari)
[…
Il prendere dimora permette la “presa-nodo"
spaziotemporale (t.0) che apre una nuova cresta
storica, relativa a quell'isolato affiorato. La struttura
organizzativa della vita è una forma frattale
a spugna, con pieni/vuoti che fanno assumere ad essa
una topologia:
- a nicchie-vuoti e a creste-pieni.
Il
vuoto/pieno si struttura in relazione ad un'evoluzione di spaziotempo
differenti, che rende discreta la
crescita, dell'insieme vitale, come un processo, di differente
ampiezze di fioriture di eventi, come
tante bolle che
emergendo dal vuoto, assumono una corporeità e poi sparire, tornando
nello stato del vuoto storico.
Vuoto
rappresenta la zona off-limits per
l'intelligenza-occhio umano, che non si arrende allo stato di
cecità e cerca, aguzzando l'ingegno, di spingersi sino al
bordo estremo che segna la
linea-orizzonte del confine
tra il visibile e il non visibile che ha nel corso dei
millenni assunto differenti nomi:
- Caos, Dio, Infinito, Nulla... Tutto!
In
tale miopia cognitiva congenita sono state elaborate
una molteplicità di carte di lettura che in
relazione al modo come erano disegnate la mappe
geografiche, si spostava l'asse del
confronto dal caos creatore, all'infinito del
Nulla, al Tutto/uno della Vita,
facendo indossare all'osservatore storico una
ricca varietà
di abiti mentali con
altrettante lenti cognitive
che aprivamo alle differenti
letture.
Ad
ogni abito si apre una visione differente di
realtà e ad ogni visione insorge una difformità di
giustificazioni circa la verità storica
che si fa ballerina; facile da strumentalizzare
da parte di logiche predatorie (logica di Caino) che,
sistematicamente, si ripresentano nel susseguirsi dei periodi
storici, cercando di ridurre i più in uno stato di
servitù:
- I servi
e i padroni
sono le due
facce
di una incapacità logica
che nasce dall'incapacità
etica di chi non sa dare il giusto valore alla vita.
La
verità essendo legata al filo
del verso-carte di lettura, può assumere
un'inclinazione verso un
fine storico
non di utile
comune,
ma privatissimo, in tale piegare ad un
sé-famelico la linea del verso storico, la carta
si fa gabbia d'ingiustizia e di sopruso,
finendo con il respingere la verità stessa sino al
bordo-confine della menzogna.
Lo
stato di salute delle società si misura sulla linea-confine che
permette il ribaltamento del vero in falso:
- Quando la verità viene fatta passare per menzogna, la verità praticata è solo un inganno storico, un “fumo negli occhi” per gente profondamente superficiale e credulona.
Ogni
(tutti) osservatore storico, per adempiere a pieno la sua funzione,
all'interno della casa
vita,
ha bisogno di imparare a saper
essere attento
a comprendere
tra una molteplicità di possibili verità, quella che si fa verità
profonda,
superando i luoghi comuni
che rendono
pregiudizievoli
le comunicazioni e i
rapporti sociali.
Imparare
ad
alzare
lo sguardo
e
a portarsi sino a quella linea
di
“ultimo
orizzonte”
che
“il
guardo esclude,
assumendo, in tal modo una
posizione ad occhio-punto infinito
che
permette il gioco dei ribaltamenti dei significati, svelando le
strettoie
pregiudizievoli
che
rendo cieche le scelte fattuali.
Per
l'umanità sembrerebbe non esserci altra possibilità se non nel
processo di conoscenza che,
vincolandola alle sue stesse rappresentazioni
mentali, le permette tuttavia,
superandole, di renderle sempre più aderenti
al verso della verità.
La ricerca della verità
- La vita vuole da parte dell'uomo e non solo, una molteplicità di risposte per essere coadiuvata nell'esercizio vivere, inteso come il bene-comune.
(da Le stagioni delle parole. A. Colamonico, Il filo. 1994)
Procedendo
con ordine, l'atto di nascita segna l'ingresso del quid-res,
che valicando il tunnel del vuoto storico,
affiora e si mostra all'occhio-mente dell'osservatore che può così
iniziare a isolarlo, quale “altra cosa”, assegnandogli lo
status-forma di cittadinanza nel
l'uno/tutto della vita.
É
il singolo
osservatore la
finestra a
tempo 0 che
agendo da luogo-confine
di contatto,
dà il
vestito
semantico
all'intravisto;
che smette di essere un confuso
di vuoto e si fa un compreso
di storia.
La
vita con uno sguardo eco-biostorico è la dualità
di vuoto/pieno, segnata dalle due fasi di
morte/vita che
si avvicendano dando corpo
e togliendo
corpo alle molteplicità
storiche. L'atto di nascita segna l'inizio di un viaggio
che è reso visibile, nella relazione
individuo/campo:
- un campo senza individuo sarebbe nullo, così pure individuo senza campo, non potendosi attuare l'azione di lettura, tutto resterebbe nell'area del non senso, come di due mondi alieni che vivono, ignorandosi, sempre.
Solo
il
legame
crea
il nodo
osservato-osservatore
che
permette a
questo
di
contornare
(fare
l'orlo) con una forma-nome
(pieno),
il
movimento
avvistato,
e a quello di emergere come una “nicchia”
di quanti
storici,
che “accorpandosi” hanno assunto la sembianza di
un reale.
Ogni
particolarità
avvistata
assume ed occupa
una
porzione di spazio-tempo che ne costituisce la stanza-forma
storica che è percepita dall'osservatore, che, nel leggerla, la
racchiude in un'osservazione
caleidoscopica
(visione
di senso) che si deposita come sagoma-nome,
nell'area
profonda della spugna
del
pensiero (vuoto
del pensiero),
quale
immagine-eco
di
consapevolezza.
L'insieme
di sagome
identificate
sono gli echi
informativi funzionali
alle costruzione delle trame
storiografiche
(carte) che si fanno gli
immaginati
dei possibili tracciati dei
movimenti spaziotemporali
delle forme storiche (movimenti dei pianeti, dinamiche economiche,
esodi di popolazioni, itinerari di migrazioni...), che resteranno
impresse nei campi della memoria
storica
(osservato/osservatore).
La
memoria resta nella zona
d'ombra,
del pensiero-habitat, in uno stato
di quiescente
inerzia,
quale
campo silenzioso da cui affiorano echi
di trame (pensiero),
bolle
di reali (habitat),
che
si prestano, entrambi, ad essere intessuti in un nuovo campo vitale e
mentale (t. 0), ogni qual volta sì presenterà un'occasione
similare di alloggiamento:
- la nuvola che si forma, il bimbo che nasce, l'idea che affiora come consapevolezza...
Nella
dialogica
osservato/osservatore
è il campo-habitat
a
dare l'appiglio-ordito
che
attiva le visualizzazioni di echi che, come lampi informativi,
renderanno riconosciuti
i
movimenti vitali. In tale azione del riconoscere si cingono
insieme
il fuori/dentro dell'osservato/osservatore, lungo la linea del
confine a tempo 0. ...]