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Scienza & metodo Biostoria

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Prof. Antonia Colamonico, epistemologa.

Centro Studi - Acquaviva F. (BA)

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aula cenacolo

lunedì 12 agosto 2013

Topologia del gioco - Gli spazi de-finiti del tempo 0


Dal Sito "nicchia-saggio": La Spugna eco-biostorica. © 2013 - Antonia Colamonico




















di Antonia Colamonico 
(Epistemologa, pedagogista, biostorica)

Con la lettura eco-biostoricai, l'osservatore storico (ogni uomo) assume una ruolo-funzione, importantissimo, nell'organizzazione della realtà, essendo egli la lente-bussola che, districandosi nella vita, indirizza e orienta gli sguardi in relazione ad una molteplicità di campi d'interesse che si fanno oggetti privilegiati della sua eco-inter-azione vitale:
  • Saper agire nel tempo idoneo alla realizzazione di una data azione-risposta storica, implica una celerità di codifica dei significati, di elaborazione di un'ipotesi di risposta e di anticipazione delle ricadute d'effetto di quell'impronta informativa che sarà impressa, agendo, nel campo-habitat.
Ne scaturisce che l'indirizzare lo sguardo è l'assunzione di una posizione nello spazio, in tale prendere un posto-luogo, l'osservatore si fa punto-nodo di riferimento a cui far convergere tutti gli sguardi che verranno attivati e indirizzati verso i molteplici orizzonti osservativi che si faranno bordo-confine del campo-finestra di lettura; si pensi ad una bolla che avvolge, racchiudendola, una quantità di spazio che si fa un isolato, quale spazio nello spazio.

Il porre un bordo-confine è propedeutico alla tessitura del reticolo informativo delle proiezioni degli stati vitali di quella porzione di spazio-tempo così delimitata. Il porre un confine rientra nella 5° dimensione di letturaii che fa scomporre il tutto in campi e campi di insiemi informativi a cui si dà un nome-vestitura.
Si pensi alla complessità dei campi d'interesse che fanno di ogni soggetto, non solo uomo, un esperto in qualcosa che si intesse nell'insieme di abilità organizzative di tutta quanta la società, in tal senso si spiegano i talenti che rendono la scena storica una giostra di figuranti e ogni figura è un modo differente di esercitare la personale funzione storica, solo così acquistano significato storico:
  • i poeti, gli scienziati gli atleti, gli artigiani, gli operai, le massaie, gli apicultori, gli stilisti, i potatori, i panettieri, i fiorai, gli ambulanti... tutte quella molteplicità frattale di professioni che uscendo dall'idea di uomo-massa, rendono la società un reticolo pulsante di campi e sotto-campi di “mestieri” con una rosa allargata di specializzazioni e di abilità elaborative e attuative.
Ragionare per sistemi complessi, implica l'uscita dagli schemi sociali delle epoche antiche; la società informatizzata a struttura mondo non si può ridurla a delle macro-categorie di occupazioni, come a fine settecento, quando si parlava di tre classi sociali (nobiltà, clero, 3° stato) e tutti i francesi venivano etichettati e ingabbiati in un ceto di appartenenza storico-politico, fermo nel tempo.

Oppure come negli anni '70 del 1900 quando si era o proletari o borghesi e le due parole si facevano etichette, con un ché di dispregiativo da ambo le parti. Se si riflette, da tale riduzione classificativa sono nate le logorroiche dispute tra la destra e la sinistra che hanno sfibrato il tessuto politico italiano, riducendolo ad un bordello di mestieranti che in tale diatribe hanno imparato a servire il “partuicularissimo” interesse:
  • una logica oppositiva è funzionale alla stagnazione che si fa malattia storica di tutta la società, lo sanno bene gli strateghi abili nell'alimentare lo stato di diffidenza, funzionale ai conflitti, quel dividi et impera caro ai romani.
Un tale modo di ragionare, fortemente riduttivo, non è applicabile ad una società fortemente dinamica a struttura mondo, in cui le professioni si sono frantumate in una miriade di professionalità che rendono fortemente vivo e variegato il sistema:
  • La vivacità di una società-mondo non è data dallo status di ricchezza economica, ma da quella di ricchezza fattuale, non è un caso che civiltà fortemente legata ai vecchi sistemi artigianali oggi siamo civiltà emergenti (Cina, India).
In un sistema che si muove in nanosecondi quello che conta è la creatività degli individui che devono saper gestire l'imprevisto, sviluppando delle competenze e delle abilità elevatissime di una visione allargata, non perché mentalmente super-dotati, come da alcuni fatto passare con un ché di disprezzo per la professionalità, ma perché mentalmente liberi dai pregiudizi di logiche esclusive, ghettizzanti e nonché clientelari. Aprire una finestra di riflessione sugli indirizzi delle logiche è importantissimo per sviluppare un occhio eco-biostorico, attento agli effetti di ricaduta, non solo delle azioni, ma cosa più costruttiva, sui contorni dell'azione-risposta.
Ogni risposta implica un grado-angolo di scelta (+ o -) positiva/negativa, che scaturisce da un'aspettativa che resta non espressa, imparare a comprendere le aspettative dell'altro e di sé, potenzia la capacità anticipativa della mente, in tale apertura logica ad una realtà diveniente si amplifica l'area di libertà, imparando a negoziare la scelta storica tra una molteplicità di possibilità fattibili (che si possono fare, che è possibile fare)

Amplificazione dello sguardo:
 effetto
zoom dell'obiettivo che rende variegata l'ampiezza-profondità della finestra osservativa.

L'essere clientes implica l'assenza di tale spazio dialogico nella coscienza dell'individuo:
 in una lettura a corto raggio, può apparire che tale propensione “del mettersi al servizio di” sia funzionale alla particolare angolazione evolutiva che una classe politica vuole imprimere alla storia, ma con un occhio attento agli effetti farfalla, si rivela un vicolo cieco; in quanto non sono “coltivate” le competenze-abilità ma gli asservimenti-mantenimenti degli stati di potere. ... (continua)

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